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Georadar
La tecnica georadar utilizza l’emissione e la registrazione delle onde elettromagnetiche riflesse per l’esplorazione degli strati superficiali del sottosuolo.
Le prospezioni vengono eseguite con l’emissione di impulsi d’onda di 75, 100 e 150 ns, registrati dall’apparato ricevitore e visualizzati in tempo reale su portatile attraverso il software interpretativo SpiVieW.
Il georadar è connesso tramite cavo ad un personal computer che regola, grazie al programma di gestione, la frequenza d’emissione d’onda (da cui dipende la profondità e la definizione d’indagine), la sensibilità di visualizzazione e la gestione dello strumento. Nella pratica operativa lo strumento viene trascinato sul terreno dall’operatore, in tempo reale si acquisiscono i dati relativi al profilo prescelto.
La tecnologia georadar si è rivelata di particolare importanza per lo studio del sottosuolo a piccole profondità. La capacità di avvertire i passaggi fra mezzi con caratteristiche elettromagnetiche diverse (conducibilità e permettività elettrica) la rende particolarmente efficace nell’individuazione dei vuoti sotterranei, nello studio dei sottoservizi e degli affioramenti rocciosi, nella definizione dell’idrogeologia superficiale, nello studio delle lesioni strutturali degli edifici. I campi d’applicazione spaziano dunque dalla geologia, all’ingegneria per arrivare sino all’archeologia.
La diversità di caratteristiche elettromagnetiche, quando presente, tra la coltre superficiale e la roccia in posto è generalmente causa della presenza di riflessioni suborizzontali, da cui si può individuare l’andamento del bedrock o la circolazione idrica superficiale all’interno della copertura. La presenza di intense anomalie iperboliche è generalmente da ricollegare a vuoti sotterranei o a mezzi ben distinti dal terreno circostante.
Campi di applicazione
Indagini geologiche
Ricerca di cavità nel sottosuolo
Mappatura dei sottoservizi
Indagini su strutture murarie
Ricerca delle armature
Archeologia
Valutazione rischio archeologico